Quando le persone mi chiedono “Ma a te cosa piace del ciclismo?” o ancora “A che pensi quando stai tutte quelle ore da solo sulla bicicletta?” le mie risposte sono sempre: “La fatica” e “A tutto quello che voi non pensate quando rimanete ore chini con il telefono in mano”.
Il ciclismo per me è stato ed è ancora oggi un divertimento, come è stato una palestra educativa di vita ma soprattutto è stato quell’elemento che mi ha fatto sopravvivere ad altre battaglie.
Come corridore non ho vinto nulla per cui gli appassionati possano ricordarmi ma, grazie anche a quanto mi ha trasmesso ed insegnato questo sport, ho avuto modo di vincere due volte una grave malattia come la leucemia.
La tenacia nel soffrire, la voglia di resistere alla fatica, la grinta di non mollare, la forza mentale, la disciplina e il sacrificio allenati nel corso della mia carriera da atleta sono stati tutti utili ed indispensabili alleati per poter affrontare le cure e superare i molteplici momenti di sconforto che ho attraversato.
A distanza di anni, e dopo una laurea magistrale in ingegneria, la bicicletta rimane ancora una mia grandissima passione a cui sento sempre il bisogno di dedicare del tempo per tenermi in forma ma anche per poter scaricare lo stress e le tensioni del mio lavoro.
Ai giovani corridori mi sento di lasciare questa riflessione: “Non tutti potrete coronare il sogno del passaggio al professionismo, così come poi di affermarvi grandi campioni, ma ricordate sempre che quanto vi ha trasmesso ed insegnato il ciclismo lo potete applicare in altri momenti della vostra carriera professionale o della vita privata.”
Un grosso in bocca al lupo e sui pedali date sempre il massimo per non avere nessun rimpianto.
Alex Corazza